mercoledì 30 giugno 2010

Bus readings I - per leggere in ogni momento


La lettura è in primo luogo un amore, non ci piove. Amore per le storie, amore per le parole. Amore per i libri. Può essere anche tante altre cose naturalmente. Anche una fuga, certo. Fuga dalla realtà, ri-certo. E’ però una realtà specifica quella a cui penso. Quando in autobus (o in treno) cominciano a volare i “signora mia”, o siamo stati abbastanza previdenti da portare con noi un libro oppure è inevitabile cominciare a elaborare ingegnosi metodi di omicidio (o suicidio, dipende dalle inclinazioni personali). Siate preparati, insomma, abbiate con voi delle letture adatte alla bisogna. Intendo adatte non per gli argomenti, quelli ognuno se li sceglie, ma proprio adatte al luogo e alle condizioni di lettura. Quali che siano le nostre inclinazioni, diventa difficile portarsi da leggere in autobus It di Stephen King oppure Infinite Jest di David Foster Wallace: meglio lasciarli per il treno. Sull’autobus si può essere costretti a richiudere rapidamente il libro perché si è arrivati alla fermata senza accorgersene. E poi i tragitti – in genere – sono meno lunghi. Le dimensioni insomma non contano solo per Rocco Siffredi.

Qui di seguito butto giù una prima listarella di piccoli consigli per la bisogna. E visto che parlavo di ingegnosità nell’elaborazione di metodi per sbarazzarsi dei molestatori, il modo migliore per iniziare è sicuramente con…

Delitti esemplari. Di Max Aub. Aub è famoso soprattutto per il suo romanzo Jusep Torres Campalans, geniale “biografia fittizia” di un pittore mai esistito. Ma questo librino minimo non è meno geniale. I delitti immaginati e immaginari che popolano le sue scarse pagine sono narrati con una tale gioia liberatoria, con un’innocenza festosa e crudele da lasciare ammirati. In poche righe ogni volta Aub descrive un carattere, una persona, una storia umana con fulminea precisione. E la gioia… la gioia di dare a tutti ciò che si meritano! ;-)

Il Procuratore della Giudea. Di Anatole France. La storia è quella ma non è proprio quella. Un Pilato anziano discute con un suo amico, Lamia, esternando nel dialogo un forte risentimento antigiudaico. E Cristo? Vaghi ricordi. Al di là delle riflessioni di France sulla storia e il significato di questa e della riflessione storiografica, nonché sull’antisemitismo (antico come moderno), l’interesse per questa novella è soprattutto letterario. Scritta con eleganza e sobrietà che lasciano ammirati, consegna al lettore un ritratto umano tra i più affascinanti e riusciti.

Il mare e la sua sponda. Di Elizabeth Bishop. In questo minuscolo libriccino ci sono due ancor più piccoli racconti di questa grande poetessa americana. E la visionarietà, il rigore stilistico, la scelta precisa e rigorosa delle immagini narrative e figurative sono senza dubbio quelle del linguaggio poetico. L’un racconto e l’altro, quello sulla spiaggia del mare e quello dell’uomo che freme per essere rinchiuso in prigione, parlano di libri, di storie. E di fantasia. Del grande potere che ha la nostra immaginazione creativa e creatrice.

Una giuria di sole donne. Di Susan Glaspell. Giallo puro, classico e canonico, anche. Gli elementi del giallo ci sono tutti – il delitto, l'investigazione, la psicologia del movente, lo scioglimento del caso. In più vi è molto altro: l'eterna dicotomia/antitesi legge/giustizia vi trova una rappresentazione esemplare e compiutamente esplicativa. E questa storia di donne che commettono e coprono delitti – nella beata ignoranza e insipienza degli uomini – spinge a interrogarsi sul senso della locuzione “giuria di propri pari”. Forse ha ragione proprio Susan Glaspell…

Capitalismo totale. Di Jean Peyrelevade. Non di sola letteratura dovrebbe vivere il lettore sano. Questo breve libretto non è freschissimo visto che il suo autore l’ha scritto ormai nel 2005, ma sulla crisi economica in atto dice molto e meglio di tante analisi che ancora adesso si leggono. Jean Peyrelevade è stato presidente e amministratore delegato del Credit Lyonnais, dunque è stato uno dei grandi banchieri d'Europa. Non è insomma un kommunista arrabbiato, neppure in forma vaghissima (a meno che non siate dei sopravvissuti monetaristi di Chicago col cervello calcificato da troppi anni di finanza allegra e stronzate in salsa friedmaniana ;-)). E' per ciò, che questa mirabile sintesi della struttura economica planetaria che il capitalismo finanziario ha plasmato negli ultimi decenni è particolarmente illuminante e disperante.


Max Aub (1903-1972)

Anatole France (1844-1924)
Elizabeth Bishop (1911-1979)

Susan Glaspell (1876-1948)

Jean Peyrelevade (n.1939)

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